doppia yod

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    In un forum ho trovato questo:

    Cmq, se prendi una nostra Bibbia Hebraica troverai le due Yod
    in Bereshit, 2:7 come "wayyitser adonai elohim". ed una Yod in 2:19 "wayitser adonai elohim".
    Certamente essendo caratteri ebraici la traduzione in caratteri latini perde del suo contenuto.

    (trad. italiana: formava il Signore D-o ..... )
    Uso il termine "adonai" il Signore per non entrare in merito del "nome di D-o", punto capitale dei TdG.
    Di cui noi ebrei siamo contrari, ma rispettiamo il lor costume di uso.

    NOTA: io chiesi pure ad amici miei TdG, sia in Finlandia che quì a Bari con nessuna risposta .

    Qualcuno ha una spiegazione del perchè 2 yod in un caso??? Questa persona dice che sono molti i casi simili.

    FElix
     
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  2. Jesuslives
     
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    Il verbo in questione di Genesi 2:7 è coniugato al tempo yiqtol mequtsar (yiqtol abbreviato) di biniyan qal e quindi esprime anteriorità (concetto che è quasi l'equivalente del nostro passato).
    La prima yod è il prefisso della terza persona singolare maschile, coniugazione tipica del tempo yiqtol (che nel linguaggio biblico esprime contemporaneità o posteriorità) e quindi anche di yiqtol mequtsar; la seconda yod è la prima radicale del verbo (yàtsar=creare) che in questa coniugazione diventa quiesciente (cioè non si pronuncia) e grammaticalmente ha funzione di madre di lettura.

    Tutto questo l'ho capito da solo e ho avuto conferma dal mio insegnate di grammatica.
    Non ho capito però attraverso quali passaggi grammaticali si arriva a questo risultato, perchè secondo le mie limitate conoscenze, questo verbo coniugato al tempo yiqtol mequtsar dovrebbe avere un'altra morfologia.

    Sto aspettando delucidazioni dal mio insegnante sul perchè della coniugazione di Genesi 2:7.
    Appena so qualcosa vi faccio sapere (ma comunque se Abramo può rispondere sicuramente saprà spiegare tutto).

    Comunque, perchè si realizzi la condizione delle due yod adiacenti ci sono diversi casi nei quali cià sarebbe possibile, quindi l'affermazione della persona di cui parli non mi crea alcun problema e mi sembra assolutamente credibile.

    Da quello che so io (ed è molto poco, quindi prendete con le pinze) nel linguaggio biblico il tempo verbale yiqtol mequtsar non è raro e si riconosce dalla wav inversiva anteposta al verbo.
    La wav inversiva traforma un tempo yiqtol (contemporaneità/posteriorità) in yiqtol mequtsar (anteriorità).
    Nel nostro caso, si capisce che il verbo in questione è un yiqtol mequtsar grazie appunto alla wav inversiva la quale, solo per i tempi yiqtol e yiqtol mequtsar:
    • è vocalizzata di solito con patach (come in genesi 2:7, il trattino orizzontale)

    • provoca il raddoppiamento della consonante successiva (visibile con il dagesh hazaq che ha l'aspetto di un puntino, come quello che si vede sulla prima yod del nostro verbo)

    • abbrevia la vocale dell'ultima sillaba spostando la sede dell'accento tonico sulla penultima sillaba. Nel nostro caso infatti abbiamo un seggol (vocale breve) sotto la tsadi (i tre puntini disposti come un triangoo) al posto, forse, dell'cholam chaser originale. Di questo però non sono sicuro. Per i dettagli infatti sto aspettando risposta dal mio insegnante perchè, come ho detto, non sono riuscito a comprendere da solo il procedimento intero.

    Shalom

    Edited by Jesuslives - 28/8/2007, 20:43
     
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  3. Jesuslives
     
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    Sono andato a vedere il forum: http://esegesi.forumfree.net riportato nel 3d parallelo aperto da Clod66.

    Ho visto che l'utente davide0000 non ha riportato il passo del Talmud Babli di cui parla.
    Lo riporto io quà nel caso interessasse a qualcuno. Mi riferisco ai fratelli Cristiani ovviamente. I fratelli Ebrei del forum sicuramente sapranno benissimo cosa dice ^_^ :

    R. Nahman b. R. Hisda expounded: What is meant by the text, Then the Lord God formed [wa-yizer] man? [The word wa-yizer] is written with two yods, to show that God created two inclinations, one good and the other evil. R. Nahman b. Isaac demurred to this. According to this, he said, animals, of which it is not written wa-yizer, should have no evil inclination, yet we see that they injure and bite and kick? In truth [the point of the two yods] is as stated by R. Simeon b. Pazzi; for R. Simeon b. Pazzi said: Woe is me because of my Creator [yozri], woe is me because of my evil inclination [yizri]! Or again as explained by R. Jeremiah b. Eleazar; for R. Jeremiah b. Eleazar said: God created two countenances in the first man, as it says, Behind and before hast Thou formed me.

    Purtroppo è solo la traduzione inglese, però credo che sia attendibile.

    Shalom
     
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    Il verbo "וייצר" (wayitzer), come riportato in calce dalla Massoràh ricorre due volte, una volta riferito all'uomo (nel nostro caso) e l'altra agli animali. Una volta in ktav chasser e l'altra in ktav malè. "wayizer" della radice yazar significa dare una forma (ebr. "צורה" zuràh) e ciò che ha una forma si chiama "יצר" (yezer). Questo verbo è riferito non solo a cose materiali, ma anche a cose astratte ed è proprio questa una particolare differenza con le lingue occidentali perchè anche i pensieri dell'uomo secondo il linguaggio biblico hanno una forma(cfr Gen 6:5, 8:21). Lo yezer è anche il pensiero che prende forma nella nostra mente che ci tenta al male o ci fa deviare dal male e si distingue in due "istinti": yezer tov" e "yezer ra'". Il fatto che questo verso di Gen. 2:7 è scritto con due yud certamente ha dei significati ulteriori a quelli che si intuiscono a prima vista. Pare che l'autore abbia qui voluto esprimere l'azione di due "impasti" uno materiale e l'altro spirituale e pensandoci bene non può essere altrimenti perchè anche la parte astratta della nostra mente è un complicato software che ha avuto bisogno di un programmatore. "Impastare" che è l'azione del vasaio che poi da la forma alle sue ceramiche, significa basilarmente: mettere insieme delle particelle e quest'operazione consiste infatti nell'unire insieme, con l'uso dell'acqua, le particelle della terra. Mentre il corpo dell'uomo è detto " 'afar" (tradotto impropriamente "polvere") qui significa appunto "composizione di particelle piccolissime", anche il software dell'uomo è un impasto di impasti di yezer tov e yezer rà. I maestri antichi che avevano ereditato la tramandazione antica dissero che la presenza delle due yud indicava indubbiamente qualcosa di doppio e le loro spiegazioni come "i due yezer(istinti)", "le due parti di sopra e di sotto", " i due mondi, quello attuale e quello avvenire" in sostanza sono tutte facce della stessa moneta. Il corpo materiale che egli stesso è " 'afar" esso viene dalla terra (min haadamàh) e ad essa ritorna scomponendosi nuovamente nelle particelle da cui aveva preso origine, ma a questo corpo viene immesso un "soffio vitale" che viene dall'esterno, dal Cielo, ma per quest'ultimo è già usato un altro verbo e dunque le due yud non possono indicare l'anima celeste ed il corpo terreno perchè l'azione espressa dal verbo si riferisce esclusivamente a ciò che proviene dalla terra. Dunque anche cose astratte come i pensieri dell'uomo e le sue decisioni sono cose che appartengono alla terra e possiamo anche affermare che hanno anche una forma materiale se pensiamo alle particelle elettrochimiche che costituiscono il funzionamento del nostro cervello. E' interessante notare, che qui il verso non dice che l'uomo viene formato dalla polvere della terra, ma che esso viene formato " 'afar" (insieme di particelle), qui è l'Adam ad essere definito " 'afar" non che esso viene fatto dall' Afar della terra, è l'azione del verbo che lo fa appartenere alla terra perchè esso viene fatto dalla terra. Infatti in Gen 3: 19 D-o dice ad Adam " Afar attà"=tu sei Afar, e insieme all' 'Afar della terra tornerai. L'uomo è già "polvere" dalla sua nascita, un insieme di particelle a cui si addice perfettamente l'azione del verbo wayizer che non poteva essere altro che con due yud perchè mentre gli animali sono semplici composizione di particelle, l'uomo differisce da essi perchè ha dei pensieri che gli fanno prendere delle decisioni, che in fondo poi costituiscono il suo modo di vivere. Pertanto l'uomo diviene un tutt'uno insieme con la sua intelligenza che è la sua particolare caratteristica, egli viene formato così perchè così acquista la sua completezza, gli animali sono già completi così come sono senza quell'intelligenza e quei pensieri che costituiscono invece il modo di vivere dell'uomo che ad ogni epoca può assumere atteggiamenti molto diversi mentre gli animali da sempre fanno sempre le stesse cose.

    Shalom
     
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    Bello!
    Metto un link a questo post, su esegesi, per l'amico Davide0000.
    Shalom
    Claudio
     
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  6. davide0000
     
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    B"H



    Shalom, ringrazio tutti veramente !

    Il rifermento era Talmud Bablì, Berachot 61a.

    Cmq i vero problema mio non era la questione esegetica e linguistica,
    la conosco bene ed è come la avete descritta correttamente, ma come i traduttori cristiani avessero percepito nel tradurre esempio il versetto Bereshit 2,7 trovandosi le due Yod !
    Non se ne accorgono ?
    Lasciano passare?
    Non chiedono a rabbini?
    Traducono come possono senza nemmeno mettere una NdT ? Specificando le due inclinazione ?
    ecc. Grazie come a tutti!!!!

    Mi sono spiegato ?
     
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    CITAZIONE (davide0000 @ 29/8/2007, 15:00)

    B"H

    Shalom, ringrazio tutti veramente !

    Cmq i vero problema mio non era la questione esegetica e linguistica,
    la conosco bene ed è come la avete descritta correttamente, ma come i traduttori cristiani avessero percepito nel tradurre esempio il versetto Bereshit 2,7 trovandosi le due Yod !
    Non se ne accorgono ?
    Lasciano passare?
    Non chiedono a rabbini?
    Traducono come possono senza nemmeno mettere una NdT ? Specificando le due inclinazione ?
    ecc. Grazie come a tutti!!!!
    Mi sono spiegato ?

    Se è per questo la TNM in Genesi 2:19 mette una nota che dice:
    In quanto al tempo, era ancora il sesto giorno creativo. Il verbo “formare” all’imperfetto denota qui un’azione continua, progressiva. Vedi App. 3C.

    L'appendice in questione dichiara:
    3C Verbi ebraici che indicano azione continua o progressiva

    Il verbo ebraico ha due stati, il perfetto e l’imperfetto. Il perfetto indica l’azione finita. L’imperfetto indica l’azione incompleta o continua, o l’azione in corso. In Ge 1:1 “creò” in ebraico è un verbo al perfetto, a indicare che l’azione di creare i cieli e la terra era stata completata. In Ge 2:2 “si riposava” in ebraico è un verbo all’imperfetto, il che indica un’azione incompleta o continua, o un’azione in corso. (Cfr. Eb 4:4-7). Perciò in ebraico un’azione che ha avuto luogo nel passato potrebbe essere indicata da verbi all’imperfetto se tale azione si considera incompleta, mentre un’azione che ha luogo nel futuro si potrebbe indicare con verbi al perfetto se tale azione si considera completata. L’imperfetto del verbo ebraico potrebbe essere reso in italiano con l’imperfetto o con l’uso di verbi ausiliari come “proseguì”, “continuò”, “seguitò”, ecc.

    Riguardo alla caratteristica fondamentale dell’imperfetto ebraico, James Washington Watts, nella sua opera A Distinctive Translation of Genesis, Grand Rapids, Michigan (USA, 1963), pp. 129, 130, scrive: “La caratteristica fondamentale di tutti gli imperfetti è l’incompletezza. . . . L’incompletezza di questi imperfetti, quando sono all’indicativo, si esprime o con una forma progressiva o con una forma frequentativa. Ci si basa sul contesto per determinare se si tratta dell’una o dell’altra, poiché la struttura del verbo è la stessa in entrambi i casi.

    “Se il contesto indica una singola azione o condizione, il valore è progressivo. L’azione è descritta nel suo svolgimento. In tal caso l’idea primaria del verbo inglese non è sufficiente a renderne il pieno significato. È necessario aggiungere un ausiliare come ‘proseguì’ o un avverbio come ‘gradualmente’ se il traduttore ritiene opportuno esprimerne il pieno significato. Quando una narrazione si svolge rapidamente e il susseguirsi degli avvenimenti è più importante della vivace descrizione dello sviluppo di qualche particolare avvenimento, il traduttore può dipendere solo da locuzioni avverbiali come ‘in seguito’ per indicare sia la successione che lo sviluppo dei fatti, sviluppo che in questo caso non viene reso pienamente. C’è solo passaggio da un’azione o condizione all’altra senza una precisa descrizione degli sviluppi nell’ambito della seconda. L’uso di questa traduzione limitata sta a indicare che il traduttore non vede nessuna speciale ragione per rendere a quel punto in maniera più completa l’idea della progressione. Se lo facesse, il racconto in inglese diverrebbe tedioso. D’altra parte, se il traduttore vede che, rendendo il pieno vigore del verbo, il racconto ne è arricchito, è libero di farlo.

    “Se il contesto indica che l’azione o la condizione si ripete, il valore è frequentativo. Di nuovo l’idea primaria del verbo inglese non è sufficiente a renderne il pieno significato. Per mettere bene in evidenza il significato di ripetizione o di frequenza abituale è necessario aggiungere un ausiliare come ‘continuò’ o un avverbio come ‘frequentemente’”.

    Nel corso dei secoli gli eruditi si sono sorpresi della capacità della lingua ebraica di esprimere avvenimenti passati mediante l’uso di verbi all’imperfetto, e di esprimere avvenimenti futuri mediante l’uso di verbi al perfetto. Nel tentativo di spiegare questa peculiarità, fu formulata la teoria della waw consecutiva. Circa questa teoria, O. L. Barnes, nella sua opera A New Approach to the Problem of the Hebrew Tenses and Its Solution Without Recourse to Waw-Consecutive, Oxford (1965), pp. 4, 5, scrive: “La cosa è stata inutilmente complicata dall’introduzione e dalla pedissequa osservanza della dottrina della waw consecutiva, o della sua precorritrice, la waw conversiva (il nome più recente proposto per essa è waw conservativa). Molto brevemente, nonostante ci sia stato un certo numero di variazioni sul tema, questa afferma che la ‘e - waw ?’ che compare davanti al primo di una serie di verbi ebraici consecutivi all’imperfetto, se preceduta da un verbo ebraico al perfetto, indica che si dovrebbero leggere o considerare tutti come perfetti (invece di ciò che realmente sono: imperfetti) e viceversa, purché siano naturalmente presenti certe vocali associate alla waw ? nell’imperfetto”.

    Riguardo alla validità di questa teoria, O. L. Barnes scrive a p. 1 della sua opera: “Possiamo giustamente chiederci perché la ‘e - waw ?’ abbia questo strano potere conversivo. Alcune recenti grammatiche, nel tentativo di superare l’assurdità, affermano che non sia in realtà la ‘e - waw ?’ ad avere questo potere conversivo, ma che essa sia la chiave o guida da cercare per individuare la conversione; il risultato, dunque, è esattamente lo stesso. Confido si comprenda da quanto è qui dichiarato che in realtà la ‘e - waw ?’ non ha questo potere, né è necessario supporre che lo abbia per spiegare il rapido, a volte improvviso, cambiamento nella successione dei tempi ebraici. In altre parole, possiamo mettere completamente da parte la mitica teoria della waw consecutiva inventata dai grammatici”.

    Circa cento anni fa, Benjamin Wills Newton, nella sua opera The Altered Translation of Genesis ii. 5, Londra, 1888, pp. 49-51, si schierò decisamente contro la teoria della waw consecutiva. Dopo aver fatto un esempio di traduzione di Ge 1:3-8, Newton concluse alle pp. 50, 51: “In tutto il capitolo si usa il futuro per indicare progressione. Nella nostra traduzione usiamo abbastanza giustamente il passato, poiché col nostro tempo futuro non siamo in grado di indicare altrettanto bene la progressione. C’è un’ampiezza di significato nell’uso ebraico del futuro che il nostro futuro non ha; e, di conseguenza, c’è una maggiore accuratezza di espressione. Posso aggiungere che di certo non c’è posto in questo capitolo per la teoria della vav conversiva, e non c’è base per dire (perché il nostro futuro non si può adattare all’elasticità del futuro ebraico) che il futuro ebraico debba perciò essere privato delle sue prerogative e trasformato in un passato. È incredibile che qualcuno abbia osato proporre qualcosa di così assurdo”.

    Seguono tre diverse versioni di Ge 1:3-8: La traduzione di Benjamin Wills Newton, la Traduzione del Nuovo Mondo e la traduzione di James Washington Watts.

    Traduzione di Benjamin Wills Newton (1888) (le quadre sono sue)

    E Dio diceva [futuro]: Si faccia Luce, e si faceva Luce [futuro].

    E Dio osservava [futuro] la Luce, che [era] buona; e Dio divideva [futuro] fra la Luce e le tenebre;

    e Dio chiamava [futuro] la luce Giorno, e chiamò [non “chiamava”; è usato il passato remoto] le tenebre Notte; e si faceva [futuro] sera e si faceva [futuro] mattina, un primo Giorno.

    E Dio diceva [futuro]: Si faccia un firmamento nel mezzo delle acque, e divenga divisorio fra acque e acque.

    E Dio faceva [futuro] il firmamento, e divideva [futuro] fra le acque che [sono] sotto rispetto al firmamento e le acque che [sono] sopra rispetto al firmamento;

    e Dio chiamava [futuro] il firmamento Cieli; e diveniva [futuro] sera e diveniva [futuro] mattina, un secondo Giorno.

    New World Translation (1953) (Traduzione del Nuovo Mondo)

    3 E Dio diceva: “Si faccia luce”. Quindi si fece luce.

    4 Dopo ciò Dio vide che la luce era buona, e Dio operò una divisione fra la luce e le tenebre.

    5 E Dio chiamava la luce Giorno, ma chiamò le tenebre Notte. E si faceva sera e si faceva mattina, un primo giorno.

    6 E Dio proseguì, dicendo: “Si faccia una distesa fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque”.

    7 Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece.

    8 E Dio chiamava la distesa Cielo. E si faceva sera e si faceva mattina, un secondo giorno.

    Traduzione di James Washington Watts (1963) (le quadre sono sue)

    3 Poi Dio diceva: “Ci sia luce”; e la luce venne gradualmente all’esistenza.

    4 E Dio osservava la luce, [vedendo] che era buona; così divideva la luce e le tenebre.

    5 Quindi Dio chiamava la luce Giorno, e chiamò le tenebre Notte. Così si faceva sera e mattina, sì, un giorno.

    6 Quindi Dio continuò, dicendo: “Ci sia una distesa nel mezzo delle acque, inoltre ci sia una separazione fra le acque”.

    7 Conformemente, Dio divideva le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa; e gradualmente avvenne così.

    8 Poi Dio chiamava la distesa Cieli. Così si faceva sera e mattina, un secondo giorno.

    La Traduzione del Nuovo Mondo non ha seguito la teoria della waw consecutiva nel tradurre i verbi ebraici. Questa teoria vecchia di secoli non rende il vigore e la forza dei verbi ebraici nel loro stato originale. Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo presenta i verbi ebraici con accuratezza di significato e dinamismo mantenendo il più possibile una distinzione fra il perfetto e l’imperfetto dei verbi ebraici.

    [Nota in calce]

    Autore di A Distinctive Translation of Genesis (1963), of Exodus (1977) e of Isaiah (1979).

     
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  8. davide0000
     
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    Ti ringrazio come ho fatto nell'altro forum di già !
    Interessante ciò che leggo a pag 1576 de TNM.

    Se è per questo la TNM in Genesi 2:19 mette una nota che dice:
    In quanto al tempo, era ancora il sesto giorno creativo. Il verbo “formare” all’imperfetto denota qui un’azione continua, progressiva. Vedi App. 3C.


    Però ti consiglio in amicizia di stare attento di non incorrere nel tuo libro errori di scambio di versetti come hai fatto quà !
    Si parla di 2, 7 e non di 2,19 (le due yod sono nel primo).

    Shlom alek, Davide
     
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  9. Jesuslives
     
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    Prima di tutto un grazie ad Abramo per il suo contributo. È sempre bellissimo leggerti ;)

    C'è però una cosa che non ho capito. Perchè la coniugazione di yàtsar in Genesi 2:7 è così anomala?
    Da un punto di vista grammaticale, ci sono nel Tanach altre coniugazioni di yàtsar al tempo yiqtol mequtsar terza persona maschile singolare diverse da quella di Genesi 2:7?

    Shalom
     
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  10. davide0000
     
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    La risposta la trovi in Berachot 61a ;)
     
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  11. Jesuslives
     
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    Cioè? Genesi 2:19?

    Sono gli unici due yiqtol mequtsar terza persona maschile singolare di yàtsar?

    Shalom
     
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  12. davide0000
     
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    Berachot sarebbe il primo trattato del Talmud Bablì, del primo Seder: Zeraim .
    61 è il numer del foglio, "a" o "b" sarebbe il dritto e il verso.
     
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  13. Jesuslives
     
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    Sì, quello l'ho capito.
    Se guardi su ho pure riportato il passaggio.

    Shalom
     
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  14. davide0000
     
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    CITAZIONE (Jesuslives @ 29/8/2007, 17:54)
    Sì, quello l'ho capito.
    Se guardi su ho pure riportato il passaggio.

    Shalom

    וייצר יהוה אלהים
    allora nessun problema.
     
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  15. Jesuslives
     
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    Non ho capito il tuo ultimo commento... :lol:
    Era una risposta alla mia domanda:
    CITAZIONE
    Cioè? Genesi 2:19?

    Sono gli unici due yiqtol mequtsar terza persona maschile singolare di yàtsar?

    ??

    Shalom
     
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173 replies since 27/8/2007, 11:05   3587 views
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